Dati Istat su disoccupazione: è polemica
Ormai, nell’era multimediale in cui viviamo, non è raro che le notizie vengano estrapolate direttamente dai social network. Ha fatto molto discutere la dichiarazione rilasciata dall’Istat, a mezzo Twitter, su occupazione e disoccupazione.
L’istituto di statistica ha risposto a un utente che chiedeva delucidazioni sulla sua posizione lavorativa. “Vorrei sapere come effettuate le statistiche io lavoro con un voucher da 8 ore al mese cosa sono occupato o disoccupato?”. La replica dell’Istat ha sollevato non poche polemiche, riaccendo le perplessità in relazione ai suoi meccanismi di rilevamento statistici: “È considerato occupato se nella settimana di riferimento dell’indagine ha lavorato almeno un’ora, confronta il Glossario.”
Dopo tale risposta, il web si è scatenato. Tanto che l’istituto, sempre attraverso Twitter, si è visto costretto a mettersi sulla difensiva specificando di far riferimento agli standard condivisi a livello internazionale, secondo i quali si definiscono occupati coloro che, dai 15 anni in sui, hanno svolto:
- almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;
- almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente
- sono assenti da lavoro (per ferie o malattia, per es.).
Non si tratta di una novità. I criteri dell’Istat sono già stati criticati in passato, ma c’è ben poco da scandalizzarsi, perché ci troviamo di fronte a procedure standardizzate a livello europeo. “Tutti i Paesi sono tenuti ad adottare la stessa definizione in base ai regolamenti comunitari.”
I dubbi sorgono spontanei. Alla luce di quanto dichiarato dall’Istat, come dobbiamo interpretare i dati che parlano di un aumento dell’occupazione italiana?