Se state cercando di avere un figlio, forse questo articolo potrebbe aiutarvi. Spesso il non arrivo del tanto agognato concepimento è dettato da una scarsa ovulazione. I cicli anovulatori sono frequenti, soprattuto per chi soffre di sindrome dell’ovaio policistico. Cosa fare dunque per stimolare la fertilità? Di certo una sana alimentazione aiuta tantissimo ma spesso non basta da sola. Occorre fare attività fisica.

C’è dunque correlazione tra Sport e ovulazione? Assolutamente si
E’ stato infatti dimostrato che:

– Lo sport ad alta intensità protratto per più di 60 minuti è correlato a maggior rischio di cicli anovulatori; le agoniste sono quindi maggiormente esposte a amenorrea e ipofertilità transitoria (dovuta alla pratica agonistica stessa);
– Al contrario, sport ad alta intensità di 30-60 minuti aiuta a ridurre i cicli anovulatori;
– Donne obese con PCOS possono avere ridotti cicli anovulatori se fanno sport, anche senza associazione dietetica;
– L’iper-allenamento è dannoso: donne che praticano forsennatamente attività fisica e sono sottopeso o introducono troppo poche calorie sono a maggior rischio di infertilità prolungata.

Lo stress fisico influenza il fisico e dunque l’attività ormonale e , se anche non state cercando una gravisanza, ricordatevi che l’armonia degli ormoni sessuali e avere cicli regolari garantiscono maggior protezione da patologie metaboliche, miglior umore e più elevata concentrazione mentale!

Sindrome dell’ovaio policistico

Le donne che soffrono di ovaio policistico rappresentano in Italia una percentuale che varia tra il 5 ed il 10%. Si tratta in sostanza di un disturbo complesso delle ovaie che producono gli ovociti maturi. L’ovaio ha il compito di produrre periodicamente questi ovociti durante il processo di ovulazione, i quali saranno poi fecondati dagli spermatozoi.

Nel caso in cui la donna soffra di Ovaio Policistico, avrà delle ovaie con dimensioni superiori alla media, con all’interno numerose cisti (piccole cavità ripiene di liquido). La superficie esterna apparirà invece punteggiata da piccoli follicoli, i quali non raggiungono mai il loro completo sviluppo.

I sintomi di questa disfunzione sono: assenza di mestruazioni (amenorrea) o scarsa frequenza delle stesse, aumento di peli superflui su viso e corpo (irsutismo), acne sul viso, pelle grassa o forfora, sovrappeso o obesità (le cellule dell’organismo in questo caso sono molto resistenti all’insulina, ormone che regola il metabolismo degli zuccheri), nonchè episodi di aborto spontaneo ricorrente.

Cause e Cura

Le cause della sindrome dell’ovaio policistico non sono state definite ancora con chiarezza. La più avvalorata è quella dell’iperandrogenismo: l’eccesso di androgeni è causato da alterazioni ormonali. Tra le altre ipotesi l’alterazione della secrezione dei due ormoni prodotti dall’ipofisi: FSH e LH. Questi due ormoni svolgono una funzione determinante per il corretto funzionamento dell’ovaio. Altra causa potrebbe essere l’iperinsulinismo, un’eccessiva secrezione insulinica può provocare disturbi all’utero. Inoltre nel 30% delle donne affette si riscontra una forte presenza di prolattina, con valori doppi rispetto al normale.

Per una corretta diagnosi ed in caso di sospetto ovaio policistico, occorre sottoporsi ad un’accurata ecografia pelvica e dosaggi ormonali, per quantificare la concentrazione nel sangue di sostanze prodotte dalle ghiandole endocrine.

Vitamina E stimola la fertilità

Con il nome “vitamina E” si indica un gruppo di composti liposolubili dalle innumerevoli proprietà benefiche. Grazie alla sua funzione antiossidante e al ruolo svolto nei processi anti-infiammatori, tale sostanza risulta infatti un valido alleato per prevenire e curare alcune malattie, garantire la salute dell’organismo in generale e rafforzare il sistema immunitario.

Non solo, secondo alcuni studi sarebbe persino in grado di migliorare la fertilità maschile. Tale proprietà sarebbe collegata alla capacità degli antiossidanti di combattere i radicali liberi, responsabili dei danni al DNA degli spermatozoi.

La vitamina E si trova naturalmente in alcuni alimenti ma può essere assunta anche mediante integratori. I cibi che ne contengono in maggiori quantità sono i semi (e gli oli da essi derivati), seguiti da cereali, frutta (soprattutto secca come nocciole, noci e mandorle) e ortaggi. Attenzione: la cottura, in particolare quella al forno e la frittura, riduce sensibilmente il quantitativo vitaminico.

Il fabbisogno giornaliero dovrebbe essere pari a 8 mg, ma gli esperti consigliano di non scendere sotto i 3 mg per le donne e i 4 mg per gli uomini.

Vitamina E Benefici

Come anticipato all’inizio dell’articolo, gli effetti benefici della vitamina E sono svariati. Vediamoli nel dettaglio.

  • Malattia coronarica: diversi studi hanno dimostrato che la vitamina E è in grado di inibire l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità, responsabili dell’aterosclerosi. Non solo, tale sostanza sarebbe anche in grado di prevenire la formazione dei coaguli di sangue, offrendo così una valida difesa contro gli attacchi di cuore e la tromboembolia venosa. Svariate ricerche hanno poi evidenziato una chiara correlazione tra maggiore assunzione di vitamina E e minore incidenza di patologie cardiache.
  • Cancro: essendo un antiossidante, è in grado di combattere gli effetti negativi dei radicali liberi che, se trascurati, possono favorire la comparsa dei tumori. In particolare alcune ricerche legano l’assunzione della vitamina E a una minore incidenza di tumori alla prostata e alla mammella, ma i dati finora raccolti non permettono di avere certezze su questa sua proprietà.
  • Vista: la cataratta e la degenerazione maculare sono le cause principali che determinano la perdita della vista negli anziani, disturbi che possono essere contrastati dalla funzione antiossidante della vitamina E.

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