Dopo l’attacco a sorpresa con 59 missili  Tomnahawk contro la base aerea di Shayrat in Siria, gli Stati Uniti d’America annunciano nuove sanzioni economiche contro Assad per “impedire a chiunque di fare affari con loro” ha dichiarato il ministro del Tesoro Steve Mnuchin.

Parallelamente, il Pentagono ha chiesto alla Russia di ripristinare i contatti sulla ‘linea rossa’ tra i comandi militari operanti in Siria che Mosca ha interrotto dopo il bombardamento ad opera degli USA. La linea rossa serve per evitare ‘equivoci’ tra i militari statunitensi e russi, specie tra le forze aeree, ed impedire incidenti che potrebbero portare ad uno scontro militare tra i due Paesi. Il presidente del comitato di Difesa e sicurezza del Parlamento Russo Viktor Ozerov ha definito l’attacco statunitense un atto di aggressione contro uno Stato dell’Onu.

L’attacco missilistico statunitense ha causato la morte di 9 civili (tra cui 4 bambini) e 6 soldati.

 

L’Iran chiede una commissione d’inchiesta condotta da Paesi neutrali

L’Iran, alleato di Damasco, ha condannato l’attacco statunitense: lo ha definito una violazione dei principi del diritto internazionale aggiungendo che il pretesto delle armi chimiche (il cui uso è stato attribuito ad Assad senza alcuna prova) è servito a Trump per condurre azioni unilaterali, pericolose e distruttive. L’Iran ha condannato l’azione degli USA e non si ferma alle parole.

Chiede un’inchiesta internazionale sull’attacco USA e sulle armi chimiche per indagare su “cosa c’è dietro al recente attacco degli USA contro la Siria e, soprattutto, per fare luce sull’uso e la provenienza delle armi chimiche usate come pretesto”. Lo ha chiesto espressamente Hassan Rohani, presidente dell’Iran che aggiunge: “La commissione d’inchiesta dovrebbe escludere persone sleali e non dovrebbe essere condotta dagli Stati Uniti”. L’indagine sulla provenienza e sull’uso di armi chimiche dovrebbe essere condotta da Paesi neutrali.

 

Siria: un Paese da ricostruire

Le unità speciali presenti in Siria da tempo provengono da Russia, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Giordania, Israele oltre agli eserciti russi ed americani.

Tutti, dal 2011, sapevano della notevole quantità di gas chimici presenti in Siria, chiunque tra loro potrebbe avere il potere di distruggere l’arsenale chimico siriano ma nessuno l’ha fatto.

Chi accusa Assad è lo stesso Paese responsabile di negligenza tattica.

Nell’arco di 6 anni di guerra sono morti oltre 600.000 civili e si contano 12 milioni di sfollati.

La Siria è ormai un Paese interamente da ricostruire (i danni non si contano più), in 6 anni l’Occidente pur cosciente del pericolo non ha fatto nulla per aiutare la Siria a trasferire quelle armi in luoghi più sicuri e soltanto adesso gli USA attribuiscono tutta la responsabilità ad Assad.

 

Il caos in Siria non può risolverlo l’ONU

Il problema è uno solo: l’Occidente non deve imporre la sua democrazia (termine insensato, ormai) su Paesi sovrani.

Qual è il sogno americano? Occidentalizzare un mondo lasciando dietro di sé cenere, città fantasma, morti e profughi?

L’ONU, organizzazione al servizio di chi governa il mondo, cosa potrebbe risolvere? Tutto ciò che può fare è ciò che ha sempre fatto: presidiare con i suoi ispettori 12 enormi bunker siriani stracarichi di armi batteriologiche che rischiano, oltretutto, di finire in mano ai terroristi. E’ una sorta di campo minato, la Siria, in cui l’ONU continua a fare gli interessi di pochi.

L’Iran vuole un’inchiesta condotta da Paesi neutrali anche per questo.

Israele ha bombardato l’aeroporto nei pressi di Palmyra poco più di 2 settimane fa e gli USA dove erano? Perché non l’hanno impedito o non sono intervenuti?

 

Il parere di Matteo Guidotti, esperto CNR di armi chimiche

All’indomani dei bombardamenti con armi chimiche di Khan Sheikhun a Idlib in Siria, l’esperto CNR di armi chimiche Matteo Guidotti ha espresso il suo parere suggerendo “una certa cautela nell’affermare che nell’attacco chimico è stato utilizzato il gas Sarin”. 

L’esperto conosce bene gli effetti di questo gas: corpi pregni di sudore, lacrime, saliva, escrementi, fortissime convulsioni. Dai video diffusi dai luoghi dei bombardamenti a Idlib non ha notato questi effetti. In più, ciò che crea i maggiori dubbi – come ha spiegato il ricercatore – è la “disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime”. Sono sprovvisti di guanti, non indossano mascherine e questo è molto strano perché, per evitare di essere contaminati dal gas tossico, bisogna rispettare certe regole.

Ha concluso dicendo: “E’ in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda… bisogna avere molta cautela”. 

Un attacco normale non fa lo stesso effetto mediatico di un attacco chimico.

 

Giulietto Chiesa: “una menzogna organizzata

Giulietto Chiesa, esperto di geopolitica, è più diretto nell’ammettere che “è una menzogna organizzata” (sulle basi di informazioni della Reuters) per colpire Assad e Putin. “L’Osservatorio per i diritti umani da 5 anni spara probabili fake news e in tutte le direzioni”.

Giulietto Chiesa non mette in dubbio che un bombardamento ci sia stato, come c’è stato in Iraq pochi giorni prima con 200 morti che non hanno ‘scandalizzato’ di certo gli USA.

La questione del gas serve a ‘rilanciare’ la guerra e, secondo lui, è stata costruita dai servizi segreti occidentali. “La presenza dei caschi bianchi sul luogo dimostra che già sapevano cosa stava per accadere”.

Oggi, Medici senza Frontiere hanno confermato che le vittime dell’attacco di Khan Sheikhoun sono state esposte sia al gas Sarin sia al gas al cloro. 

L’uso di armi al cloro è estremamente diffuso nella guerra siriana: lo stesso non si può dire del gas Sarin (rilevato nella storia 3 volte, prima del bombardamento in Siria, e cioè nel 1988 durante l’attacco di Saddam Hussein contro i curdi di Halajaba, nel 1995 con l’attentato alla metro di Tokyo e nel 2013 con l’attacco a Damasco). 

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