L’Islanda il paese  dei vulcani, dei vichinghi è anche uno dei paese più egualitari del mondo nei rapporti tra uomini e donne e l’unico del pianeta con un primo ministro  lesbica.

Potrebbe inoltre diventare l’unico stato del globo “porn free”, ovvero senza pornografia sul web. Dopo una consultazione nazionale con responso  positivo, il governo di Reykjavik ha avviato un’indagine per decidere come  vietare ai siti porno su tutta l’isola. “Siamo una società liberale e progressista in materia di nudità e di rapporti sessuali”,  afferma Halla Gunnarsdottir, consigliere del ministero degli Interni, “Il nostro approccio al problema non è anti-sesso, bensì anti-violenza. Non è questione di libertà di parola, bensì di danni all’infanzia”.

Sembrerebbe l’evoluzione di leggi che l’Islanda ha già approvato, come quella sul divieto di stampare e distribuire pubblicazioni pornografiche, quella sulla chiusura di night-club  e come le norme sulla prostituzione che criminalizzano il cliente anziché la prostituta.

Ora però il vero quesito è, chi decide cosa è porno e cosa no?

I critici dell’iniziativa sostengono che sia un divieto  irrealizzabile.  Smari McCharthy, presidente dell’International Modern Media Initiative, dicono che è un’idea “fascista e folle”. Ma il governo islandese  non desiste: “Siamo progressisti, siamo democratici, crediamo nell’eguaglianza tra i sessi e siamo pronti a essere più radicali di altri”. Se comincerà Reykjavik, altri paesi potrebbero seguire il suo esempio, a cominciare, predice l’Observer di Londra, dalla Gran Bretagna.

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