Il ciclo mestruale segna l’inizio dell’attività fertile nella donna. Solitamente esso compare intorno ai 12 anni di età(in media) e da allora , ogni mese vi è la fuoriuscita del sangue dalla vulva.

Nel corso della vita, però, è possibile anche avere un ciclo scarso e le cause di questo possono essere molteplici. Tutto ha inizio con la progressiva diminuzione dell’attività dell’ovaio che, con l’avanzare dell’età della donna, risulta meno capace di reclutare follicoli per l’ovulazione, con la conseguente riduzione nella produzione di estrogeni. Tale condizione determina una serie di conseguenze che vanno pesantemente a incidere sulla qualità della vita della donna.

Gli estrogeni e il progesterone, infatti, influiscono su tutto l’organismo e su numerosi processi vitali: il cervello, il cuore, la pelle, il sistema nervoso, le ossa, gli organi genitali, il metabolismo.

Se invece il tuo ciclo non presenta anomalie, questo post è utlile per calcolare i giorni fertili.

Come calcolare i giorni fertili

La conoscenza del proprio ciclo mestruale riveste un ruolo di fondamentale importanza nel percorso che porta alla gravidanza. Saper individuare il momento dell’ovulazione e il periodo fertile permette di conoscere i giorni in cui le possibilità di concepire sono più alte.

Il periodo di fertilità varia a seconda della lunghezza del ciclo. In un ciclo normale, cioè con una durata pari a 28 giorni, l’ovulazione avviene il 14° giorno (il primo giorno del ciclo è il primo giorno delle mestruazioni). L’ovulazione, che dura 24 ore, è il momento di massima fertilità per una donna. Il periodo fertile copre però un periodo più ampio, comprende infatti alcuni giorni prima della fase di ovulazione e termina 24 ore dopo.

Prendendo come esempio sempre un ciclo di 28 giorni e partendo dal presupposto che l’ovulazione, come abbiamo detto, si verifica il 14° giorno, possiamo dire che il periodo fertile inizia 4 giorni prima dell’ovulazione e termina un giorno dopo, quindi, un arco di tempo che va dal 10 al 15° giorno del ciclo.

Se il ciclo ha una durata più lunga o più breve, questo calcolo è ovviamente soggetto a cambiamenti. Ad esempio, se il ciclo dura 24 giorni, l’ovulazione avverrà il decimo giorno. Il calcolo da fare è molto semplice: la fase luteale, anche se il ciclo femminile può essere più o meno lungo, dura in media 14-15 giorni, quindi, per individuare la data di ovulazione, dovete sottrarre questi 14 giorni dalla durata totale del vostro ciclo.

Bisogna però tener conto del fatto che questi calcoli possono essere influenzati da tantissimi fattori: la fase dell’ovulazione può essere modificata da stress, traumi, cambiamenti improvvisi dello stile di vita.

Periodo fertile quali giorni

L’ovulazione, che è il momento di massima fertilità , avviene non nel 14° giorno dopo l’arrivo del ciclo, ma il 14° giorno che precede il ciclo successivo.
Consideriamo però che sono pochissime le donne che hanno un ciclo preciso di 28 giorni, che non sgarra mai.

A tal proposito diventa  raro che si indovini il momento di massima fertilità perchè non è possibile sapere quale sia il 14° giorno che precede il successivo ciclo, poichè non si sa mai quando di preciso il ciclo arriverà. 🙂

Non dimentichiamoci inoltre che esistono i casi di doppia ovulazione: cioè, mentre di solito all’incirca il ciclo dura 28 giorni, e durante questi si verifica una sola ovulazione, nella doppia ovulazione può succedere che hai due ovulazioni in un ciclo, e quindi sai con ancora meno certezza quando il ciclo può venirti.
comunque tranquilla, è rarissimo.

Rapporto a rischio

Si intende totalmente senza protezione o usando il coito interrotto.
1)Se avviene totalmente senza protezione, il rischio c’è, e non è da sottovalutare.

Anzi è piuttosto alto, considerato che il se tu avessi un ciclo di 28 giorni precisi il tuo giorno più fertile sarebbe il 13, ma anche il dodici è molto rischioso, poichè l’ovulo impiega un tempo utile prima di andare a “morire” nell’utero senza essere stato fecondato.

2) Coito interrotto

E’ sempre possibile che tu sia incinta, anche se le probabilità sono di meno. renditi conto però che sono di meno solo perchè col coito interrotto lo sperma che entra in vagina è solo quello delle perdite preiaculatorie, di cui il tuo partner non si accorge, non perchè lo sperma è del tutto assente.

Ciclo mestruale donna sportiva

Il ciclo mestruale ha un ruolo fondamentale nella vita della donna atleta. Nelle donne che soffrono di ritardi del ciclo mestruale, l’attività fisica svolge da regolatore in quanto favorisce la stabilità dell’intero sistema ormonale. Sempre restando in tema di ormoni, si è osservato che nelle donne che praticano sport di tipo aerobico ad alto livello, si possono verificare alterazioni del sistema ipotalamo – ipofisi – ovaio. Il tutto provoca conseguente ritardo dela comparsa della prima mestruazione (menarca) e in alcuni casi assenza totale del ciclo mestruale. E’ stato dimostrato inoltre che il 40% delle atlete che si allena più di 6 volte a settimana ha a che fare con modifiche o interruzioni del ciclo mestruale.

L’amenorrea colpisce spesso le donne atlete o che praticano intensamente attività sportive e questo potrebbe provocare anche una riduzione della fertilità nella donna.

Teniamo presente anche che l’amenorrea è spesso legata alle diete e alla perdita di peso; non a caso le atlete devono sottoporsi spesso a regimi alimentari ferrei e possono subire bruschi cali di peso.

Sindrome premestruale

Quasi tutte le donne conoscono i fastidiosi sintomi della sindrome premestruale, un disturbo che spesso compromette la vita delle donne ed è fonte di disagio e malessere. Si verifica nei giorni che precedono il ciclo e si traduce in una serie di alterazioni biologiche e psicologiche che sono estremamente variabili da un caso all’altro.

La sindrome premestruale, o PMS sembra essere connessa con le variazioni di ormoni che caratterizzano il ciclo mestruale femminile. In sostanza,  quando i livelli di serotonina si abbassano si possono avere forti sbalzi di umore, insonnia, aumento dell’appetito, dolori e spasmi. Proprio la serotonina, il cosiddetto ormone dell’umore, è quella sostanza chimica che è responsabile a livello cerebrale di alcune funzionalità del nostro organismo, quali il controllo dell’appetito, il sonno e l’umore.

I sintomi della PMS tuttavia sono piuttosto variabili e cambiano di soggetto in soggetto.

Per poter parlare con certezza di PMS, occorre che si verifichino almeno 5 dei seguenti sintomi.

1)sentirsi di pessimo umore, sensazioni di ansia e tensione spesso senza un motivo reale

2)improvvisi cambiamenti d’umore, irritabilità e rabbia, perdita di interesse verso le normali attività (lavoro, scuola, amici)

3)difficoltà di concentrazione, sensazione di stanchezza perenne, aumento improvviso dell’appetito, sintomi fisici di malessere (gonfiore, aumento di peso, mal di testa e nausea).

Una volta diagnosticata con sicurezza la PMS, prima di passare a rimedi farmacologici, esistono dei rimedi naturali per poterla curare.

Sindrome premestruale cura

Ecco dei semplici consigli da mettere in pratica: cercate di dormire sempre almeno otto ore per notte. La carenza di sonno può creare squilibri ormonali e facilita la comparsa della PMS. Provate a organizzare meglio la vostra giornata cercando di ridimensionarla e ritagliare sempre momenti, seppur brevi di relax solo per voi, fate regolarmente attività fisica.

Il praticare regolarmente uno sport aiuterà a scaricare tensione e stress, e diminuirà l’aggressività abolite i cibi confezionati o ricchi di conservanti, questi alimenti aumentano nel cervello gli aminoacidi eccitatori favorendo l’irritabilità.

Limitate l’uso di thè o caffè. assumete magnesio nei 10 giorni che precedono il ciclo: aiuta il buon umore e previene gli spasmi muscolari. in caso di bisogno potere ricorrere all’aiuto dell’agnocasto. Si tratta di una pianta nota sin dall’antichità per le sue proprietà regolatrici degli ormoni e possono aiutare ad alleviare la PMS.

Per quanto riguarda i dosaggi e le modalità di assunzione, è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico oppure al ginecologo; si tratta di una pianta naturale ma può comunque presentare delle controindicazioni nei soggetti che assumono farmaci antagonisti. Cosa mangiare ciclo mestruale .

Il ciclo spesso provoca forti dolori, sbalzi d’umore, e tanti altri sintomi che noi donne conosciamo molto bene. Un valido aiuto però per alleviarli ci è dato dall’alimentazione che gioca un ruolo base sul benessere di ogni individuo. Fare  pasti leggeri e  frequenti e privilegiate cibi che riducono il gonfiore è molto importante.  I finocchi,  hanno azione diuretica, come le zucchine, meglio ancora se consumate crude. Via libera poi ad  alimenti ricchi di magnesio e potassio, infatti vanno a  rilassare la muscolatura dell’utero, e di calcio che regolarizza le contrazioni. I pinoli ad esempio sono ricchi di magnesio e calcio, il basilico è un antispastico naturale.

E l’olio che ha proprietà antinfiammatorie non deve mancare mai. Se il flusso è molto abbondante, l’alimentazione deve puntare su cibi ricchi ferro. Carne di manzo, tacchino o maiale magro e pesce sono da alternare. Vanno consumati aggiungendo succo di limone, ricco di vitamina C  e che migliora l’assorbimento del ferro.

Non devono mancare inoltre  spinaci, cavolo verde, carciofi, lattuga.

Se invece il flusso è scarso, sono da  privilegiare alcuni tipi di frutta, arance, ananas, fragole, lamponi ricchi di acido acetisalicilico che ha un’azione fluidificante. Anche l’ uva passa o un cucchiaio di miele (anch’essi ricchi di acido acetilsalicilico) andranno molto bene. Ottimi timo, prezzemolo, curry e aglio.

Ciclo da premenopausa sintomi

L’ingresso nella menopausa può avvenire senza sintomi particolari, ma è situazione che si verifica in pochissime donne. Nella maggior parte dei casi, infatti, la menopausa è anticipata da una fase che prende il nome di premenopausa, periodo più o meno lungo in cui hanno luogo una serie di alterazioni nell’organismo femminile.

 

Ciclo irregolare

Uno dei segnali tipici della premenopausa è l’irregolarità mestruale. Le alterazioni possono essere di due tipi: si parla di oligomenorrea quando le mestruazioni appaiono più durature del solito, di polimenorrea quando i cicli sono brevi e frequenti. È inoltre possibile assistere a sanguinamenti anomali. L’irregolarità mestruale mette in luce un aspetto fondamentale: il declino della fertilità. Condizione che aumenta il rischio di aborti spontanei.

Le alterazioni del ciclo mestruale non sono però gli unici sintomi riconducibili alla premenopausa. Nel 75% delle donne la carenza estrogena causa anche la comparsa di vampate di calore e sudorazioni notturne, sintomi presenti pure in menopausa. Si possono seguire terapie specifiche per la premonapausa? La pillola contraccettiva è la soluzione più diffusa, sia per la sua funzione anticoncezionale, importante perché, nonostante la riduzione della fertilità, le probabilità di una gravidanza non sono azzerate, sia per gli effetti sul ciclo mestruale.

La combinazione di estrogeni e progestinici, infatti, controlla le mestruazioni, oltre a ridurre la comparsa di cisti ovariche funzionali e offrire una protezione dal tumore dell’ovaio, dall’iperplasia e dal tumore dell’endometrio. Il solo progestinico viene invece somministrato per il controllo del ciclo mestruale e per la cura dell’ispessimento endometriale. È poi possibile seguire una terapia ormonale, consigliata per quelle donne che non hanno esigenze contraccettive e si ritrovano a fare i conti con oligomenorrea o lunghi periodi di amenorrea.

Donne sportive: ATTENZIONE AL CICLO

ma non solo Le donne che praticano sport spesso tendono a focalizzarsi unicamente sul raggiungimento dell’obiettivo, o comunque sul risultato in termine di performance atletica. Facendo ciò, trascurano quelli che sono aspetti fondamentali della salute. Una persona sportiva in generale deve prestare più attenzione al suo fisico, in quanto esso è maggiormente sottoposto a sforzi, di conseguenza è più alta la probabilità di subire traumi o problemi fisici. L’organismo femminile in particolare è nettamente diverso da quello maschile; la struttura scheletrica è più delicata e meno resistente di quella maschile, le masse muscolari sono meno sviluppate, con articolazioni e tendini non adatti a sforzi esagerati.

Dal punto di vista atletico possiamo dire che una donna non è in grado di fare tutto quello che può fare un uomo a livello sportivo e, non tenere conto di questa realtà potrebbe provocare forti traumi a livello ortopedico (fratture, lussazioni e lesioni muscolari, nonchè danni estetici dovuti ad un’eccessiva muscolatura).

Le donne devono prestare attenzione anche ad eventuali problemi cardiaci e respiratori, tenendo presente che dal punto di vista cardiorespiratorio e del consumo di ossigeno, la donna presenta una gittata cardiaca inferiore all’uomo  (di solito il 20 – 25% in meno), ciò avvantaggia ovviamente il sesso maschile nelle discipline aerobiche quali la corsa ed il ciclismo.

Inoltre tutte le donne che praticano sport hanno una maggiore probabilità di fare i conti con l’osteoporosi, una malattia che colpisce le ossa e ne causa una riduzione progressiva della massa ossea. Le ossa diventano quindi più fragili e maggiormente esposte a rischio frattura.

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