L’Assegno Unico Figli a Carico è la nuova proposta di legge che ministro Lorenzo Fontana vorrebbe attuare al fine di potenziare aiuti e le misure di sostegno economico per i figli che rientrano nel nucleo familiare.
La proposta è interessante e potrebbe aiutare davvero le famiglie meno abbienti. Tale proposta prevede, infatti, un importo massimo di 240 euro per dodici mensilità per i figli fino ai 18 anni di età e per i figli dai 18 ai 26 anni pari a 80 euro per 12 mensilità.
Se il d.d.l. venisse approvato verrebbero meno alcuni bonus quali:
- detrazioni figli a carico
- assegni famigliari
- bonus bebè
- fondo di sostegno alla natalità
- premi alla nascita
Assegno unico come funziona
- 240 euro al mese per ciascun figlio minorenne a carico
- 80 euro al mese per ciascun figlio a carico dai 18 ai 26 anni
L’introduzione di questo decreto potrebbe essere graduale, attivato dunque all’inizio solo per alcune categorie particolarmente “deboli”, ovvero coloro che sono senza lavoro o per gli incapienti (coloro chedichiarano annualmente meno di 8mila euro).
Sarebbe una strada auspicabile e decisamente sostenibile che permetterebbe di rispettare il programma di governo nella parte in cui promette “particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche”.
Assegno unico quali problemi ci sono?
Il ddl non è di facile attuazione perchè l’introduzione di un assegno unico rende desamente necessario uno stanziamento di circa 3 miliardi l’anno, una somma difficile da reperire in un momento delicato per il nuovo esecutivo che, nella prossima manovra di bilancio, è già impegnato a recuperare le risorse per bloccare l’aumento dell’Iva e il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori.
Quali sono i familiari fiscalmente a carico nel 2019?
E’ interessante sottolinerare una novità importante contenuta nelle istruzioni per la compilazione del modello di dichiarazione dei redditi 730 dove è precisato che “In base a quanto stabilito dall’art. 1, comma 20, della legge n. 76 del 2016, le parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti si intendono riferiti anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.”