Stefano Dionisi è nato a Roma il 1° ottobre 1966, dopo la maturità classica frequenta la scuola di teatro ‘La scaletta’ di Roma. Il suo debutto al cinema avviene nel1987 nel film TV “Rose” di Tommaso Sherman a soli ventun anni, dove recita insieme a Valerie Perrin e due anni dopo compare per la prima volta sul grande schermo in “il Segreto”, di Francesco Maselli, 1989, vicino ad un’altra esordiente, Chiara Caselli, l’attrice con la quale vivrà una lunga storia d’amore.

Verso Sud è un’altra sua pellicola molto apprezzata, si tratta dell’esordio al cinema anche del regista Pasquale Pozzessere, il film è del 1992; Dionisi interpreta Eugenio, un giovane sbandato e senza scampo che muore tra le braccia della sua compagna.

Stefano Dionisi Film e fiction

Sempre con Pozzessere, nel 1994 prende parte al film “Padre e Figlio”, grazie al quale si impone definitivamente come uno degli attori italiani più sensibili e convincenti, tanto da aggiudicarsi il Premio Speciale David di Donatello ‘per le sue affermazioni nell’ambito del cinema giovane italiano’.

A detta della maggior parte dei colleghi dell’ambiente una delle sue caratteristiche pricipali è il suoo sex-appeal, sullo schermo i suoi amori sono spesso tormentati, come quello vissuto all’ombra di un’eclisse, “Mille bolle blu” di Leone Pompucci.

Dal punto di vista della recitazione invece è un attore versatile, di intensa carica espressiva; passa dal superstite al campo di concentramento di Auschwitz, dove porta il nome di Daniele, nel film “La tregua” a Farinelli, voce regina del 1994, dove riceve un grande riscontro con l’interpretazione di Carlo Broschi, uno dei più celebri sopranisti del ‘700.

Il film, diretto dal regista belga Gérard Corbiau, vince il Golden Globe e si aggiudica un nomination all’Oscar come miglior film straniero. In seguito viene anche diretto da Pupi Avati, in “L’arcano Incantatore”, dopo essere comparso nel film televisivo E’ proibito ballare, sempre dello stesso regista.

Nel decennio degli anni ’90 recita dividendosi tra cinema e televisione, lavorando spesso con registi stranieri come Nadine Trintignant; nella pellicola “Le Fuggitive” del 1995 recita a Lisbona, dove nello stesso anno prende parte anche a Sostiene Pereira, di Roberto Faenza.

Si è distinto anche per la sua attenzione in particolare alle realtà politiche e sociali, quando nel 1998 gira uno spot contro la fame nel mondo dal titolo “Telefood Appeal Against World Hunger” e usa la sua immagine per una campagna di solidarietà verso i civili colpiti dalle mine antiuomo durante la guerra in Afghanistan.

Di nuovo cinema con La Tregua, di Francesco Rosi, tratto dall’omonimo romanzo di Primo Levi, successivamente è il protagonista della trasposizione cinematografica di un altro celebre romanzo italiano Il partigiano Johnny (Guido Chiesa, 2000) di Beppe Fenoglio, dove recita a fianco della sua compagna, l’attrice Barbara Lerici.

Sempre pronto a immergersi in ruoli e generi diversi, è uno degli interpreti del thriller di Dario Argento Non ho sonno (2000) e di Raul – Diritto di uccidere (2005).

A quarant’anni mostra la sua maturità recitativa con il ruolo di un padre di una famiglia in crisi in Family Game, film del 2006 al fianco di Sandra Ceccarelli.

Stefano Dionisi esordi tv

L’esordio nel piccolo schermo avviene tramite il film “Rose“. Successivamente recita per: “È proibito ballare“, “La piovra 5” e “Pronto soccorso“. Ancora cinema con “Tracce di vita amorosa“, “Verso Sud“, “Lettera da Parigi” e “Sabato italiano” ma non riuscì ad emergere. Successivamente ha anche un’esperienza nel cinema erotico, di “Bigas Luna” nel film “Bambola“. Nel 1999 recita in “La perdita dell’innocenza” in lingua inglese, girato all’estero.

Per quanto riguarda la sua vita privata l’attore è abbastanza riservato, tanto che possiede profili social, ad eccezione di una pagina Facebook a suo nome.

Tuttavia, i suoi legami amorosi più noti partono dalla sua giovinezza, ad esempio, a 24 anni ha avuto una relazione con Claudia Gerini, che non è però durata a lungo.

In seguito ha avuto una relazione con l’attrice Chiara Caselli, con cui è stato per 5 anni; poi è stato insieme a Barbara Lerici e alla produttrice americana Annie Stewart, con la quale si è sposato e ha avuto il suo unico figlio Milo.

Il figlio oggi vive a Los Angeles e conserva un buon rapporto con suo padre. Dopo il divorzio dalla Stewart, Stefano Dionisi è stato per alcuni anni con un’avvocatessa di nome Lucia. Anche tra di loro le cose non hanno funzionato, e i due si sono lasciati. Attualmente, l’attore è felicemente fidanzato con Elena Cara, conosciuta dietro le quinte della serie tv “Pupetta – Il coraggio e la passione”.

Stefano Dionisi Amore


Molto interessante quando parla dell’amore: “a me l’amore va molto bene, oramai ho quasi cinquant’anni, sono divorziato, ho mio figlio Milo e la stessa compagna da tre anni e mezzo, una ragazza che adesso si occupa di produzione e si chiama Elena Cara. Ci siamo conosciuti quando faceva l’autista e mi portava sul set. Abbiamo fatto mille cose insieme, abbiamo viaggiato, siamo stati in Giordania, in Kentucky, a Los Angeles. Le do quello che vuole, tranne un figlio perché adesso non è il momento. Devi sempre sapere dove stai andando, le donne sono esigenti, devi stargli dietro. Quindi l’amore va bene. E l’amore salva”

Mentre parlando di lavoro, in particolare delle sue esperienze americane dichiara: “Quando andavo in America le prime volte lo facevo per lavoro per cui frequentavo il jet set di Los Angeles e ho preso svariate mazzate; ad esempio frequentavo Nichoals Cage e anche Jodie Foster, i suoi figli sono amici del mio. Ho frequentato la Hollywood vera e quindi ho preso vere mazzate perché se tu dici quel film con Nicholas Cage fa cagare in realtà non lo puoi dire, e invece io l’ho detto”

Libro per la Mondadori

È il mio lavoro, mi sono esposto sì. Comunque adesso ho scritto un libro per la Mondadori che dovrebbe uscire a maggio in cui mi sono esposto ancora di più. Lo hanno definito tra la narrativa e la saggistica, certo è qualcosa che non si aspettavano, ma per me è l’unico modo di dire qualcosa. Ci ho messo cinque mesi a scriverlo, si intitola Oltre le porte dell’inferno e parla delle cliniche psichiatriche, perché io le ho vissute. sono stato ricoverato varie volte e ho voluto raccontare questo mondo visto da dentro”.

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