I bombardamenti con armi chimiche di Khan Sheikhun a Idlib in Siria, che hanno ucciso 86 persone (tra cui molti bambini), hanno fatto inorridire il mondo della politica e l’opinione pubblica.

Tutto ciò che è avvenuto, tra ieri e oggi, fa discutere sul personaggio Trump e sulle intenzioni dell’attuale governo USA.

L’attacco sferrato dagli USA con 59 missili Tomahawk contro la base siriana di al-Shayrat (da cui si presume siano partiti gli aerei che hanno lanciato le suddette armi chimiche il 5 aprile) sorprende, spiazza, fa discutere e riflettere, mentre si moltiplicano le morti in Siria.

Questa ‘mossa’ rivela un Trump decisamente imprevedibile, qualcuno scrive: durante la campagna elettorale aveva fortemente escluso un qualsiasi attacco al regime di Assad dichiarando che la sconfitta del regime di Damasco non era inclusa tra le ‘priorità’ della politica USA.

L’ha fatto, ha lanciato ben 59 missili, e questo gesto potrebbe generare diverse conseguenze nel breve-medio termine.

 

Trump imprevedibile o impulsivo?

Il 27 febbraio scorso, nel preparare il bilancio 2018, Trump ha chiesto 54 miliardi in più per le spese militari, da una parte, e tagli agli aiuti all’estero nonché all’ambiente, dall’altra.

I 54 miliardi in più sono stati previsti come provvedimento per la ‘sicurezza pubblica’, per tenere lontano i terroristi. Nel frattempo, aveva già pronto un piano anti-Isis caratterizzato da un aumento nell’impegno militare degli USA in Siria e in Iraq.

Se ci pensate bene, Trump non è poi così imprevedibile. E’, piuttosto, un organizzatore silenzioso e guerrafondaio che antepone l’investimento in armi all’ambiente ed agli aiuti all’estero.

E dire che, nel discorso con cui Donald Trump ha, nelle ultime ore, spiegato il raid statunitense contro la Siria, si è giustificato dicendo di voler contrastare le armi chimiche di Damasco, la destabilizzazione in Siria, e lo dice in veste di rappresentante della sua America, unica forza al mondo in grado, oggi, di garantire ‘pace e armonia’ per scongiurare altri attacchi contro ‘civili innocenti’.

L’attacco statunitense ha lanciato, oltre ai 59 missili, un messaggio forte e chiaro: l’America decide, a livello globale, cosa si deve e non si deve fare, e lo decide con le maniere forti senza chiedere l’autorizzazione a nessuno.

 

L’attacco in Siria di Trump senza via libera dell’Onu

Trump ha agito senza aspettare il via libera dell’Onu o che venisse effettuata un’inchiesta per la ricostruzione dei fatti (come da richiesta dei 10 Paesi membri del Consiglio di sicurezza) riguardo ai bombardamenti chimici. Ma l’Italia, nelle parole di Paolo Gentiloni, ‘comprende’ l’attacco USA alla base siriana.

Prima dell’attacco alla base in Siria, Trump ha avvisato la Russia e la Gran Bretagna ma non Bruxelles (a questo punto arriva la sua indifferenza nei confronti dell’Europa).

Con questa ‘mossa’, da una parte, Trump rassicura Israele dimostrando di saper tenere a bada l’Iran, dall’altra, mette in guardia anche la Corea del Nord: non si farebbe tanti scrupoli a condurre azioni militari anche contro Kim-Jong.

La sua iniziativa a sorpresa in Siria ha permesso a Trump di ottenere il plauso dell’Arabia Saudita che nel Paese appena bombardato e attaccato finanzia i ‘ribelli’.

 

“Nessun bambino di Dio dovrebbe soffrire un orrore simile”

Sono state molto ‘suggestive’ e poco credibili le parole da demagogo di Trump che cita più volte ‘Dio’ nel suo recente discorso.

Chi riuscirà mai a contare quanti bambini sono morti per gli interessi USA?

Ripensare ai bambini, alle armi chimiche usate in Vietnam dalla stessa ‘sua America’ in grado di garantire ‘pace e armonia’ riesce fin troppo naturale.

L’attacco di Idlib è stato gravissimo, senza alcun dubbio, ma avuto una spettacolarizzazione ed un’eco mediatica che fa riflettere sul fatto che tale vicenda sia stata strumentalizzata e sfruttata come pretesto per attaccare la Siria con 59 missili.

Da ben sei anni, le vittime del conflitto siriano sono più di mezzo milione (tanti i civili ed i bambini morti) a causa di armi convenzionali e non.

Magari, se gli USA si fossero ‘scandalizzati’ in tempo e molto prima di oggi, forse il conflitto siriano non sarebbe arrivato al punto in cui si trova.

Non mette in dubbio che la Siria abbia usato armi chimiche violando la Convenzione, ignorando le richieste del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

 

Quale agente chimico è stato usato il 5 aprile in Siria?

Trump nel suo bel discorso ha citato il ‘letale agente nervino’ con cui Assad ha ucciso uomini, donne e bambini.

Il 6 aprile, il primo giornalista a visitare Khan Sheikhun, il corrispondente del Guardian Kareem Shaheen, ha descritto “una città fantasma, con le strade deserte e silenziose. L’unico segno dell’attacco del 4 aprile è un cratere piccolo e nero nella parte settentrionale della città, dov’è caduto un razzo che trasportava sostanze chimiche”. Un magazzino in disuso, un silos abbandonato, l’area contaminata parte da una strada dove è presente il cratere provocato dalla bomba.

Secondo la Russia e il governo siriano, invece, il gas che ha ucciso i civili è fuoriuscito da un impianto di produzione di armi chimiche gestito dai ribelli bombardato dall’aviazione siriana.

I testimoni locali parlano di quattro attacchi (il primo alle 6,30 del 4 aprile): chi era presente ha iniziato a sentirsi male, a cadere a terra, scosso da convulsioni, schiuma alla bocca e labbra blu, molti privi di coscienza.

Secondo attivisti, medici e ong internazionali (Save the children), i sintomi riscontrati su alcuni bambini erano simili a quelli provocati dal gas nervino come il sarin.

Il sarin non è l’unico agente chimico a preoccupare la comunità internazionale: gli attacchi al cloro non sono meno pericolosi.

Dalle analisi dei filmati realizzati dai soccorritori sono state riscontrate diverse incompatibilità con l’uso di gas nervino come il sarin: mancanza di spasmi muscolari nelle vittime agonizzanti, i soccorritori che lavorano senza protezioni e senza problemi. Tutto questo ha fatto pensare, piuttosto, all’uso di un gas soffocante (a base di cloro o fosfogene).

 

La reazione di Putin

Mentre Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Israele, Turchia, Arabia Saudita, Giappone e Nuova Zelanda hanno appoggiato l’azione USA, la Cina ha chiesto di evitare l’uso della forza e la reazione di Iran e Russia è stata pessima.

L’Iran (alleato di Damasco) ha condannato fortemente il raid affermando che “il pretesto delle armi chimiche per condurre azioni unilaterali è pericoloso anche perché non fa che rafforzare e salvaguardare i gruppi terroristici”.

L’attacco, secondo Putin, è stato sferrato sulla base di un “pretesto inventato” ed il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov aggiunge: questa azione “ricorda la situazione del 2003, quando americani e britannici hanno invaso l’Iraq”.

Putin ha definito l’azione USA un’aggressione contro uno Stato sovrano, una violazione del diritto internazionale ed un ‘grave pregiudizio’ per i rapporti tra Mosca e Washington.

Per Putin l’intera azione è stata, oltretutto, un flop: solo 23 missili hanno ‘capito’ davvero la base da attaccare, i danni materiali sono stati insignificanti e non si capisce cosa sia stato distrutto visto che Damasco ha riferito di aver spostato i velivoli avendo previsto in anticipo l’attacco.

Insomma, nulla di realmente concreto, a parte il gesto statunitense tradotto in un atto di forza contro la Siria e la voglia di far saltare i negoziati di pace di Astana e Ginevra, mentre Trump parla di ‘pace e armonia’.

Vladimir Putin afferma che “l’esercito siriano non dispone di armi chimiche” ed ha annunciato che rafforzerà la difesa aerea di Assad chiedendo un meeting urgente del Consiglio di Sicurezza Onu.

Per il presidente russo questa azione USA, “preparata prima del bombardamento chimico” pone dei seri ostacoli per una coalizione internazionale contro il terrorismo.

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