Capire perché una relazione finisce

Rabbia, tristezza, delusione e tante, tantissime lacrime: sono questi gli aspetti che accomunano la fine delle relazioni. “Mi ha lasciata”, “se n’è andato”, “è sparito senza darmi uno straccio di spiegazione”, “ieri mi amava e oggi mi dice di non essere più innamorato”… E poi arrivano le domande: “in cosa ho sbagliato?”, “perché va sempre a finire così?”, “perché svaniscono nel nulla?”, “c’è qualcosa di sbagliato in me?”… E con esse la consapevolezza della fine di un sogno, di una vita immaginata insieme, di una famiglia: “cosa farò ora?”, “cosa sarà della mia vita?”, “pensavo fosse quello giusto…”.

Ma la vita continua, ci si rialza, pur con tanta fatica e molte ammaccature, si va a scuola, a lavoro, si fa finta di niente anche se dentro la sofferenza è immensa e sembra sul punto di esplodere. Si cerca di riacquisire il controllo, di concentrarsi sui propri impegni, ma quella domanda è lì, non se ne vuole andare, continua a martellare la mente, imperterrita: “Perché mi ha lasciata?”

È un quesito che non può rimanere senza risposta perché ciò eviterebbe di fare un’importante analisi di noi stessi, un’indagine introspettiva che potrebbe aiutarci a conoscerci meglio, capire eventuali errori e apprendere come evitarli in futuro. Quando una storia finisce, infatti, raramente è colpa di una sola persona. È che dopo un abbandono si è troppo arrabbiati e tristi per capirlo. Sei sicura che andasse tutto bene? Che fosse davvero tutto rose e fiori? A volte si preferisce guardare altrove piuttosto che vedere come stanno realmente le cose, per poi sorprendersi e disperarsi quando la relazione finisce. Per questo motivo è importante dare una risposta chiara e precisa a quella domanda!

Era davvero l’uomo giusto?

Le donne hanno il brutto vizio di idealizzare una storia d’amore e il partner. Si convincono che lui sia quello che in realtà non è, gli attribuiscono caratteristiche che non possiede, lo descrivono come l’uomo che vorrebbero avere accanto per il resto della vita pur sapendo, in qualche angolo recondito del loro cervello, che è esattamente l’opposto, che con lui non potrà mai funzionare. Ma ci vogliono provare, si intestardiscono, pensano che col tempo diventerà esattamente come loro vogliono; e lo fanno perché le amiche sono tutte fidanzate, perché la sorellina minore ha da anni lo stesso ragazzo, perché l’orologio biologico scorre inesorabile. Tutto questo le porta ad accontentarsi dell’uomo sbagliato convincendosi che sia quello giusto.

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Non solo, si tratta di un comportamento che tende inevitabilmente a influenzare negativamente la relazione: la donna cerca di trasformare il partner in quello che lei vorrebbe che fosse, sminuisce i suoi interessi, cerca di cambiare il suo look e le sue passioni, lo fa sentire inadeguato. Risultato? Lui scappa!

Lo hai spaventato?

Ci sono donne che tendono a partire a tutta velocità, caricando il partner e la storia di aspettative, desideri, progetti, incuranti del fatto che tutto ciò potrebbe spaventarlo. L’ideale sarebbe affrontare la prima fase di una relazione con la giusta leggerezza, semplicemente “viverla”. Verrà il tempo dei progetti e dei pensieri su matrimonio e figli.

C’eri quando aveva bisogno di te?

Molte donne tendono a pretendere parecchie attenzioni dal partner ma non si preoccupano di restituirgli le stesse premure. Anche l’uomo ha bisogno di essere ascoltato e rassicurato, anche lui ha dubbi, fragilità e preoccupazioni. Una relazione sbilanciata è destinata alla rottura.

Esisteva solo e soltanto lui?

Come è destinato alla fine anche un rapporto visto come l’unica ragione di vita, la sola fonte della felicità. Non sono poche le donne che investano nella relazione tutte le loro energie, finendo per trascurare tutto il resto: scuola, amici, lavoro. Un simile accentramento finisce per appesantire la storia e indirizzarla verso la fine. Si può, e si deve, essere felici anche al di fuori della relazione.

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