Un tempo (remoto) il latte vaccino era considerato l’alimento base dei bambini, un alimento “completo”, ricco di grassi, proteine, calcio  (capitolo a parte).
Era un alimento che costava poco ed era facilmente reperibile.
Metteteci che si mangiava meno, metteteci che “dava sostanza”, fatto sta che intere generazioni (quelle che ad oggi risultano affette dalle patologie più diffuse) sono cresciute a pane e latte. 
E i nostri bimbi? Beh, i nostri bimbi oggi mangiano troppo! 

Troppe proteine

troppi grassi

Troppi zuccheri semplici

Grazie alla scienza che, come dice qualcuno, non è democratica, oggi si sa (o si dovrebbe sapere) che la qualità di ciò che mangiamo è fondamentale per determinare il nostro stato di salute  e di malattia .
Questo perché il cibo che mangiamo agisce sui nostri geni modulandone l’espressione. 
Ed ecco che si capisce il grande ruolo dell’alimentazione nelle malattie infiammarorie, autoimmuni, metaboliche, tumorali.. non a caso si parla di “dietoterapia”
E’ importantissimo quindi mangiare bene. Come?

Semplicissimo: con la nostra dieta mediterranea dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, e che di certo non ha il latte alla sua base, né la carne, né i formaggi. 

Al contrario: cereali, verdure e ortaggi in gran quantità e di ogni tipo, legumi, pesce, frutta fresca e secca, olio evo a crudo.
I nostri bambini mangiano tutto questoCosa è che ci impedisce di seguire una corretta alimentazione?
Aspetto con curiosità le vostre riflessioni. 

P.S Ai bambini il latte vaccino può (non deve) essere dato dopo l’anno,la mattina e con la tazza. Non lo raccomando io, ma l’ESPGHAN (una delle più autorevoli società scientifiche pediatriche europee!) .

Articolo della nutrizionista biologa Alessandra Falconieri

Latte a colazione o no?

In primis non è obbligatorio bere latte vaccino a colazione. È solo una abitudine diffusa.

Probabilmente è dovuta al fatto che il latte materno veniva sostituito all’anno di vita con latte vaccino (errore da non fare, mi raccomando, gli anni ’80 sono finiti da un pezzo, se si smette di allattare va dato latte formulato fino ai 24 mesi circa).

💁🏻‍♀️Non è obbligatorio nemmeno usare latte vegetale che, per essere precisi, non si chiama latte, ma solo bevanda vegetale.

Ciò che è veramente utile a colazione è introdurre liquidi per reidratarsi dopo la notte e carboidrati semplici e complessi per fare il pieno di energia.
Non è necessario che il “liquido” che assumete sia per forza… un liquido bianco come il latte!
Come vi dicevo è solo… abitudine.

Un frullato di frutta può essere una ottima idea: offre liquidi, sali minerali e zuccheri semplici.
Basterà aggiungere un pezzo di pane o di focaccia o pancake per ottenere i carboidrati complessi.

Bere latte fa bene?

Ma il latte fa male? Possiamo vedere alcune persone bere tranquillamente latte senza alcuna conseguenza ed altre che, quando mangiano latticini, vanno incontro a reazioni avverse, più o meno acute. Perché questo accade?

Nel latte è contenuto uno zucchero, il lattosio, che per essere assorbito dal nostro corpo deve essere scomposto in due molecole più piccole, il glucosio e il galattosio. Questa azione è resa possibile da un enzima, chiamato lattasi, presente in tutti i neonati. Accade però che alcuni bambini, dopo lo svezzamento, comincino a ridurre la produzione di questo enzima fino ad annullarla del tutto: senza lattasi il loro intestino diventa incapace di digerire il lattosio, provocando quella serie di sintomi tipici dell’intolleranza, dal gonfiore alla diarrea.

In altri soggetti invece la produzione di lattasi persiste anche in età adulta e possono continuare ad assumere latte, formaggi e dolci senza conseguenze.

Questi “fortunati” individui sono l’esito di una mutazione genetica (la produzione di lattasi è regolata da un gene specifico) comparsa casualmente circa 10000 anni fa, quando i nostri antenati cominciarono ad abbandonare la vita nomade per stanziarsi e dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento. In alcune zone poi questa mutazione è diventata dominante perché portava un vantaggio evolutivo: chi poteva assumere latte e derivati aveva più probabilità di sopravvivere e quindi di trasmettere la mutazione ai propri figli. (estratto da un post della nutrizionista dott.ssa Rita Rotili)


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