Idrocolonterapia spiegazione

L’idrocolonterapia è una tecnica moderna di pulizia dell’intestino ma la sua origine affonda le radici in un lontano passato, la prima attestazione risale infatti a un documento egizio. In realtà, ci sono parecchie perplessità intorno a questa tecnica, dubbi sottolineati da uno studio condotto nel 2011 da un equipe guidata da Ranit Mishori, medico di medicina generale presso la Georgetown University School of Medicine.

La storia e cos’è

Anticamente nota come irrigazione intestinale, l’idrocolonterapia è una tecnica che risale alla medicina egizia ed è stata utilizzata con continuità nei vari secoli, fino a raggiungere, nel XIX secolo, caratteristiche simili alla forma che pratichiamo noi oggi. Nel 1906, Hervey Kellog, un noto gastroenterologo statunitense, pubblicò un dettagliato trattato su questa tecnica, indicandola come soluzione per varie patologie, come il colera, disturbi epato-biliari, colite. A suo sostegno arrivarono le tesi di due studiosi statunitensi A. Wiltsie e Joseph E.G. Waddington, i quali ritenevano che “il funzionamento anormale dell’intestino è il precursore delle cattive condizioni generali e, soprattutto, di malattie croniche… E così ritornare a una funzione intestinale normale è spesso il passaggio indispensabile per tornare a uno stato di buona salute.”

L’idrocolonterapia può essere descritta come una forma di lavaggio intestinale. Permette di mantenere pulito l’intestino, stimolare la peristalsi e riportare in equilibrio la flora batterica. È una tecnica che consiste nell’introduzione nel retto di acqua dolce filtrata.

Perché si fa e come viene eseguita

Questa terapia si basa sulla correlazione tra malfunzionamento del colon causato dal deposito di rifiuti e tossine e l’intossicazione dell’organismo. Un intestino che non funziona bene provoca problemi all’intero organismo, causando patologie che possono riguardare le vie respiratorie e digestive, la pelle e il sistema nervoso. L’idrocolonterapia permette di eliminare cellule epiteliali morte, materia fecale, residui irritanti, tossine, parassiti, gas e altre sostanze dannose al nostro organismo, contribuendo non solo a ripulire l’intestino ma anche a migliorare la salute generale dell’individuo.

Il paziente si deve sdraiare sulla schiena, successivamente verrà introdotta una canula sterile nel retto, fornita di due tubi: uno per l’entrata dell’acqua, l’altro per asportare il materiale fecale e l’acqua utilizzata. L’apparecchio utilizzato dall’operatore possiede: un sistema che limita brusche variazioni di pressione dell’acqua, un misuratore termostatico che garantisce una temperatura stabile per tutta la durata della seduta, un flussometro che permette di trattare anche i colon più sensibili. Inoltre, adeguando opportunamente la pressione dell’acqua, è possibile trattare anche patologie come la diverticolosi. Le canule utilizzate sono sterili e monouso.

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Chi può eseguirla e quante volte?

L’operatore deve essere specializzato in questo tipo di tecnica ed avere una conoscenza approfondita del funzionamento del colon e delle sue patologie.

Sono necessari almeno quattro lavaggi, a distanza di una settimana. Il numero di sedute aumenta in caso di stitichezza.

Quanto dura?

Generalmente dai 30 ai 40 minuti.

Benefici e controindicazioni

I sostenitori dell’idrocolonterapia suggeriscono di utilizzare questa tecnica per trattare varie patologie, come: stitichezza ostinata, meteorismo, distensione addominale, colon irritabile, patologie diverticolari (non acute), dispepsia, micosi intestinali, rettali e ano-perianali, coliti aspecifiche.

Questa tecnica non può essere pratica su soggetti affetti da: gravi patologie cardiovascolari, aneurisma dell’aorta addominale, patologie del colon e/o del retto, colite ulcerosa, morbo di Crohn colico in fase attiva, insufficienza renale, emorragie e perforazioni gastrointestinali. Non devono inoltre sottoporsi a idrocolonterapia, tra gli altri: le donne in fase avanzata della gravidanza, soggetti che hanno recentemente subito interventi chirurgici al colon o al retto, oppure affetti da problematiche proctologiche in fase acuta.

Lo studio di Mishori

Uno studio condotto da un team guidato da Ranit Mishori, medico di medicina generale presso la Georgetown University School of Medicine, ha sottolineato le falle di questa tecnica. I 20 studi sull’idrocolonterapia analizzati dal medico e dai suoi collaboratori sottolineavano gli scarsi benefici e i numerosi effetti collaterali (crampi, gonfiore, nausea, vomito, insufficienza renale..) legati ai prodotti utilizzati per la pulizia. Effetti dovuti anche al fatto che la tecnica, sottolinea Mishori, viene spesso eseguita da non professionisti. Al di là di questo, l’autore dello studio consiglia l’utilizzo di altri modi per migliore la salute dell’organismo, come: “una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare, sei-otto ore di sonno e check-up regolari dal medico”.

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