”Il falso Made in Italy alimentare costa all’Italia trecentomila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con una seria azione di contrasto a livello nazionale ed internazionale”. Lo affermò nel 2013 l’allora presidente della Coldiretti, Sergio Marini, al convegno ‘Alimentare Made in Italy e tutela della salute: binomio inscindibile per l’Italia di domani’ organizzato da Uil-Fpl e da Uila-Uil.

“Con il fatturato del falso Made in Italy che solo nell’agroalimentare ha superato i 60 miliardi di euro, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione”, ha continuato Marini evidenziando che alla perdita di opportunità economiche ed occupazionali si aggiungono i rischi per la salute.

 Marini  inoltre chiese ai leader dei diversi schieramenti politici di adottare un Testo Unico sulla contraffazione e pirateria agroalimentare  a tutela della distintività della produzione agroalimentare come per gli oli di oliva vergini perché ciò rappresenta uno spartiacque nelle politiche italiane a difesa del  Made in Italy.

 

Spreco alimentare statistiche

Più di 8 miliardi di euro di cibo all’anno vengono gettati nella spazzatura: è quanto emerge dal Rapporto 2014 Waste Watcher – Knowledge for Expo presentato da Andrea Segré, presidente di Last Minute Market, e dal presidente di SWG Maurizio Pessato.

Secondo un’indagine eseguita nel 2014 da Gfk Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, ogni anno una famiglia italiana butta via 49 kg di cibo, per un totale di 1,19 milioni di tonnellate di alimenti sprecati.

Gli sprechi maggiori riguardano la verdura (10,7 kg), la frutta (9,9 kg), il pane (9,1 kg) e la pasta (6,0 kg), mentre risulta minore lo spreco di alimenti più costosi, come carne (4,5 kg), formaggi (2,1 kg), pesce (1,8 kg), surgelati (1,8 kg) e salumi (1,2).

Da questo sondaggio è però emersa anche una maggiore attenzione degli italiani nei confronti dello spreco alimentare: il 54% afferma di controllare quotidianamente il frigorifero, il 65% controlla almeno una volta al mese la dispensa, solo il 36% dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti, mentre il 45% si dichiara favorevole alla vendita a prezzi scontati di alimentari non deperibili scaduti.

“Sprechiamo 8 miliardi di euro in cibo perché non diamo più valore al cibo e dobbiamo impegnarci a combattere la perdita di questo valore, più che lo spreco in sé – afferma Andrea Segré – E’ una lotta che ci porterà a restituire valore al cibo e alle relazioni.”

Il rispetto per il cibo deve essere insegnato a scuola “Uno dei grandi temi che anche Expo Milano 2015 sta sviluppando – spiega Maurizio Martina, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali – è portare l’educazione alimentare nelle scuole, attraverso un programma educativo che includerà anche l’educazione sugli sprechi domestici.”

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