Se soffre di pressione alta , è opportuno che tu legga questo articolo. Con la pressione alta non si scherza perchè essa può causare ictus e morte improvvisa. Soltimente chi soffre di pressione alta è perchè è geneticamente predisposto ma tanto fa l’alimentazione. Cosa mangi durante il giorno? Ingerisci cibi lavorati e ricchi di sale? Bene, devi cambiare piano alimentare.

Quando la pressione raggiunge livelli eccessivamente alti si parla di ipertensione, un disturbo che può causare problemi al cuore, ai reni e al cervello.

In caso di ipertensione è importante ridurre il consumo di sale e ,per fare questo, è necessario apportare delle modifiche all’alimentazione. Dovete sapere che il sodio si nasconde in numerosi alimenti, alcuni dei quali dovranno essere eliminati o limitati.

La prima regola da seguire per chi soffre di pressione alta consiste nel preferire i cibi freschi a quelli conservati. I cibi freschi, infatti, contengono meno grassi e meno sodio. Inoltre, nel momento di cucinarli, sarete voi, e non il produttore, a scegliere gli ingredienti per comporre i vostri piatti.

Così come i surgelati, sarebbe meglio eliminare o limitare i cibi in scatola, sottoli e sottoceti, a cui spesso vengono aggiunte ingenti quantità di sodio. Controllate le etichette dei prodotti per verificare se sono adatti alla vostra dieta.

Imparare a leggere le etichette nutrizionali è di fondamentale importanza e non solo per chi soffre di ipertensione. L’importanza è in data dal fatto che in questo modo saremo informati sulle caratteristiche di quello che stiamo andando a comprare.

Via libera al consumo di frutta e verdura fresca. Se optate per la frutta non fresca, scegliete quella conservata nel proprio succo o in acqua, e non quella sciroppata, oppure quella surgelata senza zucchero aggiunto. Nel caso della verdura, invece, se scegliete quella surgelata, controllate che abbia poco sodio.

Attenzione anche alla carne in scatola e agli affettati, soprattutto se affumicati e/o conservati sottovuoto.

Utilizzate latte, burro, formaggi, yogurt e panna acida parzialmente scremati o scremati.

Preferite i tagli magri della carne e optate per la variante integrale di pane, cereali, riso, pasta e crackers.

Evitate gli snack salati e moderate il consumo di dolci.

Sostituite il sale in cucina con altri ingredienti utili per insaporire i cibi, come le spezie e le erbe aromatiche.

Pressione alta: attezione allo zucchero

Nuove importanti scoperte nell’ambito della pressione alta. Secondo quanto rivelato da una ricerca effettuata presso il Saint Luke’s Mid America Heart Institute in Kansas City, e pubblicata sulla rivista American Journal of Cardiology, il principale nemico di chi soffre di tale disturbo non è il sale, come si è sempre pensato, ma lo zucchero.

Esso, infatti, stimolerebbe un’area del cervello chiamata ipotalamo, che a sua volta provocherebbe un aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna. Per questo motivo, grazie  anche a studi svolti su larga scala, lo zucchero avrebbe una correlazione più forte del sodio con la pressione alta.

Ad essere messe sotto accusa sono soprattutto le bevande zuccherate gassate. Secondi gli autori dello studio, tali bibite causerebbero picchi di ipertensione che possono provocare una pericolosa variabilità della pressione arteriosa, con il conseguente rischio di infarto.

“Già solo per questo lo zucchero deve essere considerato un predittore di rischio cardiovascolare, per questo bisognerebbe consigliare a chi soffre di pressione alta di tagliare lo zucchero e non il sale”, ha dichiarato il dottor James Dinicolantonio, che ha condotto lo studio.

I cibi poveri di sodio, sottolinea lo studio, possono rappresentare una minaccia. Il nostro organismo, infatti, spinto dalla necessità di assumere la quantità giusta di questo elemento, sarebbe portato a mangiarne di più.

“Prendiamo le patatine fritte senza sale, se siamo portati a mangiarne di più perché il nostro organismo è alla ricerca di livelli ottimali di sodio, che benefici possono portare alla salute grandi quantità di carboidrati raffinati e oli trattati?”, ha spiegato Dinicolantonio.

Insonnia può causare l’ipertensione

L’insonnia aumenta del 400% il rischio di soffrire di ipertensione: è quanto emerso da un recente studio eseguito dai ricercatori del West China Hospital, affiliato alla Sichuan University di Chengdu (Cina) e al Pennsylvania State University College of Medicine di Hershey.

La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Hypertension, è stata condotta su 219 insonni cronici e su 96 persone che non soffrivano di disturbi del sonno.

Dopo aver trascorso una notte insonne, tutti hanno avuto a disposizione quattro intervalli di 20 minuti per dormire durante l’arco della giornata successiva, mentre venivano sottoposti al Multiple Sleep Latency Test (MSLT), un esame utilizzato per stabilire l’intervallo di tempo che intercorre tra la chiusura degli occhi e l’addormentamento.

Gli studiosi hanno poi misurato la pressione sanguigna dei volontari “Abbiamo osservato una forte correlazione tra il grado di ipervigilanza fisiologica e l’ipertensione”, dichiara Xiangdong Tang, coordinatore dello studio. L’innalzamento del rischio di ipertensione se si soffre di insonnia può arrivare fino al 300-400%.

“Anche se gli insonni lamentano di soffrire di affaticamento e stanchezza durante il giorno, il loro problema è che non riescono a rilassarsi”, spiega Alexandros Vgontzas, uno degli autori dello studio.

Le soluzioni che comunemente vengono adottate per sentirsi più energici peggiorano questo disturbo “Le misure cui ricorrono le persone normali deprivate di sonno, come l’assunzione di caffè o di altri stimolanti, per combattere la fatica, non vanno bene per gli insonni: un eccessivo consumo di caffeina ne aumenta, infatti, l’ipervigilanza”, conclude Vgontzas.

Articolo precedenteBullismo: approvata nuova legge e numero verde 114 per le vittime
Articolo successivoVergine: caratteristiche del segno zodiacale

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.