Con un capo donna l’azienda guadagna di più

Un’azienda con un capo donna otterrà migliori risultati rispetto a quelle in cui la componente femminile è assente o piuttosto bassa: non è uno slogan delle femministe ma ciò che è stato dimostrato da diversi studi.

Secondo un’analisi condotta da Ernst & Young sulle 290 principali società quotate in Borsa, infatti, è emerso che le imprese con almeno una donna nel Consiglio d’Amministrazione realizzano utili decisamente più elevati rispetto a quelle in cui il gentil sesso è assente.

A supporto di questi risultati arrivano quelli ottenuti da un altro studio, realizzato da McKinsey, che ha rivelato come le società con parità di genere in Consiglio d’Amministrazione possono contare su profitti superiori del 56% se messe a confronto con quelle condotte unicamente da uomini.

Nonostante questi dati, le donne presenti nei Cda o al vertice di un’azienda sono ancora in minoranza. In Italia rappresentano solo il 16%, pur essendo il 58,9% di tutti i laureati nel nostro Paese e il 53,3% nei dottorati di ricerca.

Il Nord ospita il numero più alto di Cda rosa, con il 63%, percentuale che si dimezza al Centro e crolla drasticamente al Sud, dove scende fino al 7%. La situazione peggiore si registra in Molise e in Calabria: la presenza femminile è pari allo 0,1%.

Le cose non vanno meglio nell’istruzione, dove solo il 35% dei professori associati sono donne e il 21% di quelli ordinari, e nella politica: l’Italia è al 32esimo posto della classifica sulla presenza femminile in Parlamento. Meglio di noi fanno il Rwanda, che si piazza al primo posto con il 63,8%, la Bolivia al secondo posto con il 53,1% e Andorra al terzo con il 50%.

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