Secondo alcuni tabloid Britannici, il pilota della Malaysia Airlines avrebbe dirottato il volo facendo perdere ogni traccia per una personale protesta politica. Il capitano Zaharie Ahmad era uno ossessionato sostenitore del leader dell’opposizione malese, Anwar Ibrahim. Sono queste le prime ipotesi che spiegherebbero l’improvvisa perdita di tracce del volo, del quale non si hanno notizie da più di otto giorni.

Poco prima di decollare, il pilota avrebbe assisitito al processo di condanna del leader sostenuto a 5 anni di carcere. Anche la polizia malese ha confermato l’attivismo politico del pilota, che a parere di molti sarebbe rimasto profondamente colpito dalla condanna. Secondo altre fonti invece sarebbe avvenuto un “cyberdirottamento“; alcuni hacker avrebbero inviato falsi segnali radio per modificare velocità e rotta del volo.

Per il momento le operazioni di ricerca sono sospese, ma il premier malaysiano fa sapere che riprenderanno al più presto. Tra tutte le possibili cause, l’ex vice segretario di stato Americano Strobe Talbott ha ipotizzato un attentato terroristico contro l’India. “La direzione, il carico di combustibile e la traiettoria – ha sostenuto Talbott – portano a sopettare che dirottatori abbiano pianificato un attacco del tipo 11 settembre in una città indiana.”

I passeggeri del volo scomparso erano 239, soprattutto cinesi. Proprio le autorià cinesi stanno criticando in questi giorni la lentezza delle ricerche in Malesia ed il tempo sprecato, nonostante attualmente siano 25 i paesi coinvolti nelle ricerche dell’aereo sparito.

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