I capelli bianchi sono una croce per noi donne e la loro presenza ci costringe a tingerceli ogni mese. I primi capelli bianchi spuntano intorno ai 28 anni per esplodere poi intorno ai 40. Si possono trovare in commercio diverse tinture con e senza ammoniaca e dai colori più disparati. Esistono poi in commercio tra le erbe, il mallo di noce, utilissimo per coprire i nostri “fili d’argento” .

Cos’è il mallo di noce?

Prima o poi tutti dobbiamo farci i conti: i capelli bianchi faranno inesorabilmente la loro comparsa. Nonostante rappresentino un fenomeno fisiologico, possono causare non poco disagio, sopratutto se si manifestano prima dell’età media.

Se non volete ricorrere alla classica tinta o altre soluzioni dal parrucchiere, potete rivolgervi alla natura e ai suoi rimedi, come piante tintorie e infusi di erbe. Tra questi troviamo il mallo di noce. Questa soluzione, così come le altre, ha tempi di applicazione piuttosto lunghi, ma la copertura dei capelli bianchi vi lascerà più che soddisfatti.

Mallo di noce caratteristiche

Il mallo di noce è una polvere colorante naturale di origine vegetale, facilmente reperibile in erboristeria. Miscelato con acqua calda, permette di ottenere un composto cremoso da stendere sui capelli per coprire quelli bianchi. Lasciatelo in posa per circa due ore e poi risciacquate come una classica tinta.

Ma il mallo di noce non è solo un rimedio contro i capelli bianchi, infatti, grazie ai bellissimi riflessi castano-dorato che dona alla chioma, può essere impiegato qualora si voglia illuminare i capelli scuri.

Può essere impiegato anche per scurire l’hennè, miscelandolo ad esso nella preparazione della colorazione. Si può usare in combinazione con l’hennè sia sui capelli bianchi che sui capelli scuri: si otterrà un riflesso caldo sulla tonalità del mogano. L’applicazione di hennè e mallo di noce ogni 20 giorni aiuta a definire e intensificare il colore dei capelli.

Lo stress ossidativo fa sbiancare le nostre chiome.

Capelli bianchi addio. Una cura sperimentata per la vitiligine è risultata in grado  di restituire colore. La ricerca  è stata pubblicata online su ‘The Faseb Journal’.

Lo studio realizzato al Center for skin sciences della University of Bradford, nel Regno Unito, insieme all‘Institute for Pigmentary Disorders e alla EM Arndt University Greifswald, in Germania, dimostra come a far perdere colore alle chiome sia un eccesso di stress ossidativo, con conseguente accumulo di perossido di idrogeno nel bulbo pilifero dei capelli.

Gli studiosi hanno osservato un gruppo internazionale di 2.411 pazienti affetti da vitiligine di differente livello, patologia che provoca chiazze bianche su pelle, capelli, peli, ciglia e sopracciglia.

Hanno così scoperto che ad alcune forme della malattia corrisponde una diminuzione delle capacita’ antiossidanti da parte di alcuni enzimi e quindi il massiccio accumulo di stress ossidativo.

Esiste però una soluzione,  garantiscono gli autori .

Hanno  infatti sperimentato una crema topica a base di un particolare enzima, chiamato PC-KUS (pseudocatalasi modificata) che si attiverebbe sotto i raggi ultravioletti di tipo B per ridare colore a capelli, sopracciglia e pelle privi di melanina.

”Dopo anni di tentativi, per la prima volta, abbiamo ottenuto un rimedio che va alla radice del problema dell’ingrigimento dei capelli e che da’ buoni risultati anche per la vitiligine, condizione che provoca disagio emotivo e sociale in molte persone” afferma Karin Schallreuter, dell’universita’ di Bradford, che ha diretto l’indagine.

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