Alcuni direbbero “Avete voluto la parità di genere? Ora pedalate”.

Queste voci dell’assegno di mantenimento negato alle mogli parte dal Tribunale di Bari, dove un marito è riuscito a non far avere alla moglie l’assegno di mantenimento.

Vi starete chiedendo il perché di questa decisione e questo è subito svelato: anche se durante il matrimonio la moglie ricopriva il ruolo di casalinga e, al conto dei fatti, una volta separati non aveva alcun lavoro a cui aggrapparsi, lei è in grado di lavorare.

È questo quello che dovrà fare per mantenere gli alti standard della vecchia vita… lavorare.

Una cosa giusta e ingiusta allo stesso tempo.

Come fa qualcosa ad essere allo stesso tempo due cose completamente opposte? Bisogna guardare la stessa situazione in due prospettive diverse.

Da una parte c’è la moglie, la casalinga, che probabilmente ha dedicato anni e anni della sua vita al marito, per favorire la sua carriera, per essere un faro verso cui condursi anche nelle giornate più buie.

Il marito di tutto conto (in questo caso particolare) si è licenziato ed è andato in tribunale praticamente da nullatenente, dimostrando di non poter provvedere ai bisogni della sua futura ex-moglie.

Dall’altra parte abbiamo una donna che può e che deve essere indipendente.

Che deve dimostrare di sapersela cavare da sola, che è in grado di trovarsi un lavoro, di provvedere a se stessa e di procurarsi degli standard di vita ancora più alti di quelli a cui l’aveva abituata al marito.

Questo è quello che fanno le donne moderne, questo è quello che ci hanno insegnato anni e anni di storia e di battaglie: a rialzarci, a non dipendere da nessuno, ad essere fiere.

Sono due lati della stessa moneta:

  • la donna fragile e bisognosa;
  • la donna forte e indipendente.

Non è una scelta casuale, ognuna è fatta a modo suo e ognuna sa reagire come può.

A mio parere ogni caso è diverso, ogni caso dev’essere valutato in maniera a sé stante, con cura e con giustizia.

Di due cose possiamo esser certi:

  • in questi giorni si è creato un precedente, quindi qualsiasi avvocato potrà appellarsi a questo;
  • quando si va in tribunale, persone non troppo intelligenti non perdono solo la faccia ma anche la dignità.

L’unico consiglio che mi sento di dare alle donne casalinghe è: cercate di non dipendere in tutto e per tutto da vostro marito, soprattutto quando non ci sono dei figli a legarvi ulteriormente. Siate indipendenti, siate forti, fidatevi prima di tutto di voi stesse.

Oggi pensate che sia impossibile, ma un giorno potrete ritrovarvi a scegliere qual è il vostro lato della moneta.

Augurandovi sempre che non sia così, con la speranza che qualsiasi caso in tribunale sia trattato con dignità e lealtà.

Speranze vane, ma pur sempre speranze.

 

Caterina Perilli

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