Dislessia: cos’è e come si manifesta

Con il termine dislessia si indica un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Si tratta di una malattia che non intacca il funzionamento intellettivo generale, ma riguarda esclusivamente alcune specifiche abilità, come la lettura, la scrittura e il calcolo.

Il bambino dislessico non presenta deficit di intelligenza, sensoriali o neurologici, oppure problemi ambientali o psicologici, ma incontra problemi negli atti di leggere e scrivere: riesce a compiere queste azioni ma per lui non sono automatiche, perciò spende tutte le sue energie, non apprende e rimane indietro rispetto ai suoi coetanei.

La dislessia, che in Italia colpisce il 3-4% della popolazione scolastica, riguarda prevalentemente la lettura ma può essere accompagnata anche da problemi nella scrittura: disortografia, cioè una difficoltà di tipo ortografico, e disgrafia, cioè una cattiva resa formale; nel calcolo e in altre attività mentali.

Come si riconosce? Tale disturbo può essere individuato già nella scuola dell’infanzia: i bambini che presentano un linguaggio atipico, con parole storpiate, un vocabolario scarso, difficoltà nella comprensione, dovrebbero essere tenuti sotto osservazione annualmente, in modo tale da individuare miglioramenti o peggioramenti di tale condizione.

Se al termine del primo anno della scuola primaria il bambino presenta difficoltà nell’associazione grafema-fonema, problemi nella scrittura e nella lettura, mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura, incapacità di scrivere lettere in stampatello maiuscolo in maniera chiara e ben riconoscibile, sarebbe opportuno rivolgersi a uno specialista per effettuare la diagnosi.

Fare una diagnosi precoce è di fondamentale importanza per affrontare tempestivamente questa malattia ed evitare di cadere in errori piuttosto ricorrenti, come attribuire le difficoltà alla distrazione o allo scarso impegno del bambino, oppure a inesistenti problemi psicologici.

Comportamenti che non fanno altro che creare preoccupazione e stress sia nel bambino che nei genitori. Attraverso la diagnosi sarà possibile capire come stanno realmente le cose e individuare il percorso da seguire, percorso che sarà differenziato a seconda dell’età del soggetto, la gravità e la specificità del disturbo.

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